Un atterraggio di emergenza nel deserto di Tamaulipas, Messico. È il 1957. Fra i passeggeri imbarcati sul Super Constellation partito da New York c’è anche Walter Faber, ingegnere meccanico svizzero al servizio dell’Unesco. Abituato a “far conto con le formule della probabilità”, è a logica e matematica che affida i suoi pensieri anche durante le cinque notti e i quattro giorni trascorsi fra le sabbie del deserto. Homo Faber lo chiamava infatti con un certo sprezzo Hanna, un tempo, a Zurigo. Hanna poi scomparsa, forse in un campo di concentramento o forse ancora viva.
Prima e dopo il deserto di Taumalipas, la vita e il “resoconto” di Faber toccano molti luoghi: New York, Caracas, Houston, le terre degli aztechi e dei maya, Parigi e un lungo viaggio attraverso l’Europa, dall’Italia alla Grecia. E incontrano Hanna, Ivy e, con un sentimento che non tarda a mutarsi in sgomento quando scopre chi è lei davvero, Sabeth.
Homo Faber è uno di quei libri che attraverso i decenni hanno saputo rappresentare per molti un’esperienza fondamentale di lettura. Viene ripresentato oggi, a sessant’anni dalla prima pubblicazione in Italia, in una nuova traduzione.
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Narratori
brossura
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