le Metamorfosi - poema in esametri che narra la straordi naria trasformazione dei corpi a partire dalla prima origo mundi - non possono considerarsi un vero e proprio poema epico, perché coniugano elementi della poetica callimachea e anti-callimachea, storia universale ed eziologia, armonizzandoli con forme e motivi della tragedia e soprattutto dell'elegia. Dai poeti alessandrini Ovidio riprende la sperimenta zione di forme di poesia catalogica, la concezione del mito come favola dotta, ma non c'è opera di epoca alessandrina a noi nota che possa essere comparata ai quindici libri delle Metamorfosi ovidiane né per estensione, né per la cura nella descrizione del processo della metamorfosi, con gli stravaganti orditi di foglie e capelli o con i giochi di parole utili a iden tificare le vene del corpo con quelle della pietra. Nella lunga serie di sequenze narrative intrecciate attraverso la tecnica dell'epillio si coglie l'unità di concezione nello sviluppo del tema metamorfico, che fa emergere la labilità del confine tra passato e presente, l'ambiguo rapporto tra umano e divino, la combinazione di realismo ed artificio letterario.
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Classici
brossura
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