Il De viris illustribus è l’opera che con ogni probabilità inaugurò il genere biografico a Roma. Essa nasce dalla fusione tra l’attitudine quasi innata dei Romani verso la celebrazione dei maiores e l’esigenza nuova di un’analisi introspettiva, frutto dei tempi e delle influenze provenienti dalla tradizione culturale greco-ellenistica. Cornelio Nepote, in un’epoca di profonda crisi morale e politica, si rivolge ad un pubblico disorientato e confuso, plasmando le vite secondo un intento eminentemente pedagogico. Egli reinterpreta così la struttura formale dell’elogio, fondendo efficacemente retorica e storiografia. CORNELIO NEPOTE (100-27 a.C. circa) È un autore di cui si sa poco. Giunto a Roma verso il 70 a.C. dalla Gallia Cisalpina, dove era nato intorno al 100 a.C., vive il periodo più tormentato della repubblica lontano dal rutilante palcoscenico della vita pubblica, ma in contatto con le importanti personalità dell’epoca, fra cui specialmente Cicerone e Attico. Si dedica solo all’attività letteraria, con un particolare interesse per la storia romana, producendo una serie di opere imponenti che gli assicurano la stima dei suoi contemporanei. Con il De viris illustribus egli apre a Roma la strada al genere biografico, fissandone i criteri formali e l’ispirazione morale.
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Classici - Latino
brossura
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