Frankenstein a Baghdad

Nell’odierna Baghdad, devastata da anni di guerre e occupazioni militari, e lacerata dai conflitti tra diverse etnie e confessioni religiose, Hadi al-Attàg, un rigattiere sporco e ubriacone, decide di raccogliere e cucire insieme i brandelli di corpi umani in cui gli è spesso capitato di imbattersi da quando nel paese si sono intensificati gli attentati terroristici, le esplosioni di autobombe e le faide omicide tra le fazioni in lotta. Quando l’opera è giunta a compimento, il cadavere così composto prende vita, deciso a portare a termine una missione: vendicarsi dei suoi assassini, ovvero di tutti coloro che hanno provocato la morte delle persone a cui appartenevano le membra umane usate per assemblare il suo corpo. La mostruosa creatura, novello Frankenstein che si erge a simbolo dell’Iraq dei nostri giorni, semina il terrore per le vie di Baghdad e diventa presto un caso mediatico. Attorno alla sua figura si intrecciano i destini degli altri personaggi che popolano le pagine del romanzo: la vecchia Elishwa, che ha perso un figlio nel conflitto bellico contro l’Iran negli anni Ottanta ma si rifiuta di credere che sia morto ed è fermamente convinta che un giorno lo riabbraccerà; Mahmùd al-Sawàdi, ambizioso giornalista emergente; Faraj al-Dallàl, affittacamere senza scrupoli; Abu Anmàr, proprietario dell’albergo, ormai prossimo al fallimento, in cui alloggia Mahmùd; il generale Surùr Majìd, che dà la caccia al pericoloso “Criminale X”, il mostro pluriomicida che terrorizza Baghdad. Il romanzo è uno libro a cavallo tra il noir (indagini, suspense, omicidi), l’horror (scene raccapriccianti, Frankenstein), il romanzo sociale e la metafora della guerra e della violenza. Il titolo si è aggiudicato la settima edizione del Premio Internazionale della narrativa araba.