Tutto potrebbe andare molto peggio

Di Frank Bascombe, il protagonista di questo romanzo, sappiamo già tutto, perché a lui e alla sua famiglia Ford ha dedicato ben tre dei suoi libri precedenti. La sua vita non è stata più avventurosa di quella di tanti abitanti di Haddam, altra città simbolo della vasta provincia americana. Giornalista sportivo, agente immobiliare, due matrimoni, due figli grandi lontani, molti traslochi. A sessantotto anni, oggi Frank ha venduto la casa sull’oceano dove si era trasferito con la seconda moglie, si è riconciliato con lei dopo una breve crisi ed è andato a stare… proprio a Haddam, la città che forse racchiude il segreto di tutti i suoi dispiaceri. La città dove da quarant’anni è sepolto il primogenito, che con la sua morte prematura aveva dato il colpo di grazia a un’unione fragile ed esitante. E a Haddam cos’ha scoperto, Frank? Che in una casa di riposo vive Ann, la prima moglie, la donna che in fondo ha sempre amato, oggi colpita da un morbo che non perdona, ma ancora autonoma, vivace e sbarazzina dopo due ricchi matrimoni che l’hanno lasciata con i mezzi necessari per sistemarsi agiatamente da quelle parti. L’uragano che un giorno si abbatte sulla costa del New Jersey, distruggendo la ridente stazione balneare dove Frank aveva creduto di poter esorcizzare i suoi fantasmi, ne diventa in un lampo il principale evocatore. Il passato ritorna e parla con la voce di amici falsi, traditori o morenti. Se la vita è davvero “una questione di sottrazione graduale”, che altro ti resta quando una catastrofe naturale ti ha sottratto tutto?