Amstel blues

Sandro Lucchesi è un giovane scrittore reduce da un grande successo con il suo primo libro. Per trovare la calma necessaria ad affrontare il secondo romanzo decide di andare ad Amsterdam dove intende ambientare la storia. Qui prende in affitto un piccolo appartamento ma non riuscendo a lavorare, trascorre le ore a spiare le finestre della casa di fronte, dove una ragazza se ne sta tutto il giorno seduta a scrivere. Incuriosito Sandro osserva ogni mossa di Helene, questo il nome della donna, e la sua presenza diventa ogni giorno più forte e determinante per il suo lavoro; comincia a scrivere con facilità elaborando uno dopo l’altro nuovi incipit alla ricerca di una trama perfetta. Geloso per la presenza di un uomo dall’aria losca, del quale la ragazza è chiaramente innamorata, inizia a spiarla anche fuori casa, addirittura riesce a introdursi nel suo appartamento per scoprire qualcosa di più su di lei e quando Helene sparisce Sandro è sospettato di averla assassinata. Con l’aiuto di nuovi amici, due prostitute e il loro protettore, frutto di un incontro casuale in un bar, e di due ispettori di polizia, l’uno olandese l’altro italiano (già incontrato dal lettore in Viale del Policlinico), Sandro viene riconosciuto innocente, tanto più che la ragazza ricompare. La serenità dura poco; è infatti l’amico di lei che viene ritrovato assassinato ed è proprio la ragazza a tirare Sandro nell’intrigo. Sullo sfondo Amsterdam, che assume a tratti una dimensione quasi da incubo mentre la storia, o meglio i vari incipit del romanzo che Sandro inizia a scrivere, si rincorrono tra i canali di una città unica, sospesa tra vecchi edifici e una modernità sorprendente.